Il complesso edificato nel 1380 per volontà di Giovanni Tommaso Sanseverino e successivamente affidato ai Frati Minori Osservanti da Papa Martino V, si compone di più corpi connnessi tra loro: la chiesa, il chiostro e il convento.
Alla chiesa si accede da un atrio ricavato nel corpo della facciata principale, che si apre sulla piazzetta-sacrato antistante il convento. Era originariamente a navata unica non voltata e con coro poligonale.
Alla fine del ‘400, venne aggiunta un’altra navata sinistra. Nel 1643 venne costruito un soffitto perduto durante il sisma del 1857.
Oggi la chiesa è a pianta rettangolare con sue navate di cui la principale, con abside pentagonale ricco di affreschi settecenteschi realizzati da Francesco de Martino e Anselmo Palmieri che nello stesso periodo operarono presso il convento di S. Antonio a Polla. Gli affreschi rappresentano scene del Vecchio Testamento, culminanti con
l’immagine del Cristo. L’abside si apre con un ampio arco a sesto acuto retto da due colonne su cui capitelli sono raffigurati i volti della famiglia Sanseverino, il cui stemma compare in alto alla volta dell’abside.
In fondo alla navata laterale c’è un bel quadro della metà del Cinquecento, rappresentante la Madonna con il Bambino e San Francesco. Degne di note erano due statue lignee trecentesche poste ai lati del coro rappresentanti San Donato, a destra e San Vito, a sinistra e realizzate dalla bottega di Francesco Mollica.
Nelle nicchie sono presenti le statue lignee di Caterina d’Alessandria e Santa Maria Maddalena realizzate, verso la fine degli anni Settanta del Quattrocento, dalla bottega degli Alamanno.
Il Chiostro, al quale si accede direttamente da un ingresso posto accanto all’atrio, ha forma quadrata e costituito da un porticato sorretto da ventiquattro colonne i cui capitelli rappresentano elementi peculiari della famiglia dei Sanseverino, che tanta importanza ebbe anche per questo convento. Sulle pareti sono venuti alla luce affreschi del pittore ebolitano Ottavio Paparo (1594) precedentemente nascosti da un leggero strato di calce.
Dal chiostro si può accedere ad altri ambienti quali: la biblioteca, la cantina, il refettorio e l’auditorium.
Al piano superiore vi sono i locali dei frati. Il convento presenta un impianto che si estende per circa un ettaro e risale agli inizi del Settecento, attigui ad esso sono il giardino e l’orto, nei quali sono stati ritrovati reperti archeologici attualmente custoditi nel museo della Certosa.
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