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SALA CONSILINA: LEZIONI DI LEGALITĂ  CON DON MEROLA: "NON MORIREMO DI CAMORRA"

Articolo tratto da: "Il Mattino"

Ieri mattina una straordinaria lezione sulla legalità nell'aula magna dell'Itis ”Gerolamo Gatta” di Sala Consilina con due magistrati, il sostituto procuratore della Repubblica presso il locale tribunale, Carmine Olivieri, il giudice antimafia di Salerno, Filippo Spiezia, un sacerdote napoletano, il parroco anticamorra don Luigi Merola e il giornalista del Mattino Antonio Manzo.

Una lezione rivolta ad una nutrita rappresentanza di studenti delle diverse scuole della città capofila del Vallo di Diano, attenti ed interessati al tema trattato: «Cittadinanza tra legalità e giustizia».
Dopo l'introduzione del presidente della Pro Loco, Vincenzo Garofalo, promotore dell'iniziativa, ed i saluti del sindaco, Gaetano Ferrari, i lavori hanno chiarito l’interpretazione del concetto di legalità, con un invito ai giovani a non mollare dinanzi ai soprusi.
Dai giorni delle stragi di Capaci e via D’Amelio, (quando la mafia ammazzò Giovanni Falcone e Paolo Borselinno) fino ai recenti fatti di Catania: «Svegliatevi, per un no deciso a qualsiasi forma di illegalità, sia essa anche la più banale che passa, ad esempio, attraverso la manifestazioni del bullismo nelle scuole» hanno detto in coro i magistrati.
Il sostituto procuratore Olivieri, è partito da alcune parole chiave, quali l'equazione fra libertà e legalità, il diritto di fare e di potere agire, la legalità come valore, il senso dell'altro, il buon esempio. Ed ha così, via via, fatto capire ai ragazzi cosa sia la legalità. «Essa - ha concluso - è soprattutto quella in nome della quale si è pronti anche a perdere la vita». Il pm Spiezia ha spiegato che la legalità è il rispetto delle norme. A tal proposito ha ricordato l'incendio del treno Piacenza-Salerno in cui morirono alcuni tifosi salernitani.
Un triste episodio sulle cui responsabilità toccò proprio a lui, come magistrato, indagare. Quell'incendio fu appunto un'imbeccilità e trasformò in tragedia il gioco del calcio. Come è avvenuto pochi giorni fa a Catania.

A concludere la singolare lezione sulla legalità è stato don Luigi Merola. E lo ha fatto raccontando la sua vita di parroco, iniziata quando aveva appena 23 anni, a Marano, dove incontrò per la prima volta le ”sentinelle” della camorra. Ebbe paura, ma non mollò. Nè ha mollato passando alla parrocchia di Forcella. Fede, speranza e carità lo hanno aiutato nella sua difficile opera di apostolato sacerdotale. Ed ha così vinto a Forcella tante battaglie, prima fra tutte quella di riuscire ad inculcare anche nei più restii il senso della legalità. Il suo racconto è stato salutato dagli applausi convinti dei ragazzi. Che, da ieri mattina, hanno di certo più chiaro il concetto di legalità. Presenti all’incontro gli assessori provinciali Paladino e Cennamo.

Giuseppe Lapadula
News pubblicata il 11-02-2007, letta 1668 volte
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