Articolo tratto da: "Il Mattino"
Acquistano, lo scorso 6 febbraio, presso una ditta di Grosseto, un computer attraverso un finanziamento con la Findomestic Banca di Reggio Calabria, sottoscrivendolo a nome della titolare di un noto studio di Architettura di
Sala Consilina.
La quale, ovviamente, non ne sa niente. Grande, perciò, la sua sorpresa quando fra la posta in arrivo trova i bollettini di pagamento delle rate mensili. L'architetto, M.L., telefona alla Findomestic e scopre così che, suo malgrado, qualcuno si è servito del proprio nome e cognome per mettere a segno una truffa. E perciò decide subito di sporgere denunzia alla Polizia contro ignoti. «La denuncia l'ho fatta sia ai fini cautelativi per tentata truffa ai miei danni, sia per l'illecito ed illegale trattamento dei miei dati personali».
In realtà la truffa vera e propria è stata consumata ai danni della società che ha concesso il finanziamento e ad essa, quindi, spetta denunciare, nei dettagli, il reato subìto. M.L., dal canto suo, spiega un avvocato al riguardo, è parte lesa soprattutto per il fatto che sono stati utilizzati illegalmente i suoi dati personali.
L'architetto ha, comunque, fatto bene a proporre denunzia anche allo scopo di cautelarsi per tentata truffa ai suoi danni.
Per la cronaca va detto che, negli ultimi tempi, a
Sala Consilina molte persone, ed in particolare gli anziani, hanno subìto truffe. E nulla vieta di pensare che chi ha truffato la Findomestic appartenga alla stessa banda di malviventi che ha più volte agito nella città capofila del Vallo di Diano. Anzi c'è da dire che sicuramente è così. Intanto c'è da sperare che le forze dell'ordine riescano ad individuare i responsabili di questa singolare truffa e ad assicurarli alla giustizia.
Giuseppe Lapadula
