Articolo tratto da: "Il Mattino"
C'era tutto quanto occorre per realizzare un ampio autoparco: dai mezzi meccanici per spianare il terreno alle betoniere per l'impasto del cemento e, ovviamente, agli operai assunti per dare concretezza al progetto, che ? poi risultato del tutto abusivo: mancava, infatti, qualsiasi licenza edilizia.
E cos? ? finita sotto sequestro una vasta area, ben duemiladuecento metri quadrati, sulla quale doveva essere realizzato, appunto, l'auto parcheggio. Il tutto in localit? Bisanti, nella periferia orientale di
Sala Consilina, in una zona, peraltro, sottoposta a vincolo paesaggistico e, come tale, inutilizzabile per uso industriale.
A porre i sigilli alla realizzanda opera fuori legge sono stati i carabinieri della locale Compagnia, guidata dal capitano Domenico Mastrogiacomo, che hanno anche segnalato alla competente procura della Repubblica quattro persone, ritenute responsabili dei lavori sinora eseguiti.
Lavori che, fra l'altro, riguardano lo spianamento del terreno e la conseguente alterazione della preesistente situazione altimetrica nonch? la realizzazione di alcune opere in cemento armato. Il sequestro della vasta area di localit? Bisanti rientra nell'ambito dei servizi di prevenzione e di contrasto agli abusi edilizi attivati dai carabinieri della Compagnia di
Sala Consilina su tutto il territorio di propria competenza. Da giorni quel cantiere era nel mirino degli uomini del capitano Mastrogiacomo.
Ieri mattina il blitz e la conferma che erano pienamente fondati i sospetti circa la mancanza di autorizzazione per la esecuzione dei lavori in corso. La zona, come gi? detto, ? vincolata e dunque inidonea ad ospitare un cos? ampio autoparco.
Ora i responsabili di quello che, in tanti, hanno definito un vero e proprio scempio ambientale, dovranno difendersi dinanzi alla magistratura. Purtroppo l'abusivismo edilizio ? un fenomeno che continua a tenere banco nel
Vallo di Diano nonostante l'opera di contrasto espletata dalle forze dell'ordine. Non a caso sono diversi i procedimenti penali che pendono dinanzi al tribunale di
Sala Consilina.
Giuseppe Lapadula