PADULA: SEBASTIANO SOMMA SARĂ  JOE PETROSINO

Sebastiano Somma nei panni del poliziotto il cui nome è ancora celebre in America: Joe Petrosino, primo protagonista della lotta alla mafia. L' italo-americano tenente di polizia a New York sarà al centro di una fiction tv che andrà in onda in due puntate su Raiuno nella prossima stagione tv. Le riprese cominceranno entro la fine di luglio a Roma.



Quello di Joe Petrosino, ucciso il 12 marzo 1909 con quattro colpi di revolver a Piazza Marina davanti a decine di testimoni, fu uno dei primi delitti eccellenti compiuti in Sicilia e uno dei tanti rimasti impuniti. Mandanti ed esecutori sono ancora ignoti. Don Vito Cascio Ferro, il boss di Bisacquino che Joe conosceva bene, certamente avrebbe saputo rispondere alla domanda su chi sparò quella sera di marzo alle spalle del primo ufficiale italiano della polizia di New York.



Ma lo stesso don Vito morì abbandonato, senza acqua e cibo, nel carcere di Pozzuoli. E l'uccisione di Petrosino è diventato così il primo dei tanti "misteri" siciliani tuttora irrisolti. Nato nel 1860 a Padula, in provincia di Salerno dove la sua casa natale è diventata da alcuni anni un museo a lui dedicato con tanti cimeli tra cui la famosa placca d'argento con il numero 285, emigrò giovanissimo con la numerosa famiglia in America.



Si arruolò nella polizia di New York e cominciò una fulminate carriera, imponendosi per i suoi sistemi di lavoro che si ispirarono a passione per il mestiere, grande fiuto, intelligenza, senso di responsabilità, alta professionalità, ma anche - secondo la leggenda - a metodi piuttosto duri. Andrea Purgatori e Jim Carrington hanno scritto la sceneggiatura di questa fiction, ripercorrendone le gesta, la carriera, l'amicizia con il presidente degli Stati Uniti Theodore Roosvelt che lo nominò di persona prima sergente e poi tenente affidandogli il comando dell'Italian Legion, il gruppo di agenti italiani, a suo giudizio indispensabili, per combattere la Mano Nera, la primordiale Cosa Nostra.



Petrosino da quel giorno, erano i primi anni del Novecento, dichiarò guerra ed assicurò alla giustizia i primi boss di alto calibro, che nessun corpo di polizia era mai riuscito a prendere. Celebri le imprese funambolesche e i travestimenti che Petrosino utilizzava nelle azioni anti-mafia. A lui viene attribuita l'intuizione di aver capito che la mafia, a New York, aveva le sue radici in Sicilia e che era indispensabile tagliare i collegamenti tra i boss d'America e di Sicilia, decapitare l'organizzazione verticistica (la cupola sarebbe stata definita dopo), creando un nucleo ristretto e fidato di detective senza obbligo di divisa e con l'unico obiettivo di indagare sui supercapi. Tutto questo, un secolo prima di Falcone e Borsellino.



Articolo tratto da TGCOM.it
News pubblicata il 08-06-2005, letta 2132 volte
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