Dalle indagini della Procura della Repubblica di Sala Consilina che hanno portato al sequestro di 50 autovelox da parte della tenenza della Guardia di Finanza del Vallo di Diano, dislocati sull'intero territorio nazionale, emergono particolari alquanto sconcertanti.
La vicenda, infatti, legata all’attività della mente della banda, Diego Barosi di 61 anni di Desenzano sul Garda, titolare della "Garda Segnale srl" con cui erano convenzionati circa 80 comuni compresi lungo tutto lo stivale, era già abbondantemente nota. L'uomo, infatti, aveva già fatto parlare di sé nel 1995 allorquando la Procura della Repubblica di Vicenza aprì un'inchiesta sugli introiti che Diego Barosi prometteva ai comuni che si consorziavano con la "Garda Segnale srl". In seguito ad un'altra inchiesta condotta dai carabinieri di Pieve di Sacco, in provincia di Padova, venne alla luce un altro campionario di reati che coinvolgeva ancora una volta l'imprenditore bresciano, che andavano dall'associazione per delinquere all'abuso di ufficio, dal peculato alla corruzione, dalla turbativa d'asta all'omessa denuncia, dalla falsità ideologica alla ricettazione. Gli stessi identici reati che a distanza di 14 anni sono stati ipotizzati, sempre nei confronti dello stesso personaggio, dalla Procura della Repubblica di Sala Consilina diretta da Amato Barile.
Ed ora, pertanto, le indagini degli inquirenti sono tese a verificare se il meccanismo messo in atto 14 anni fa da Diego Barosi e la sua banda sia lo stesso di quello scoperto in questi giorni dalla Guardia di Finanza di Sala Consilina. Nella precedente indagine, infatti, risultavano a pieno titolo coinvolti vigili urbani, enti e collaboratori, che addirittura "ungevano" le situazioni più difficili. Per esempio, all'epoca di questi fatti, bastavano 500mila lire a pratica per i vigili urbani, ma si arrivava a doni ancor più consistenti per gli amministratori, come computer e perfino automobili.
Con la complicità di vigili "inflessibili" i dipendenti delle aziende di Barosi piazzavano gli autovelox, scattavano le fotografie, redigevano i verbali di contestazione, mentre i Vigili si limitavano quasi sempre a metterci una firma. Siamo nel 1995 ed in quell'anno sono molti i comuni che incominciano ad annusare l'affare nella possibilità di punire gli automobilisti, complici le micidiali fotografie degli autovelox. Nessuno, evidentemente, si curava della legittimità del sistema. L'importante era riuscire ad incrementare le entrate comunali e spesso non soltanto quelle. Della vicenda, all'epoca, si interessò anche "Striscia la notizia". Una vicenda che fece scalpore ma che, evidentemente, a distanza di anni era caduta nel dimenticatoio.
Ed ecco che, a distanza di 14 anni, la stessa storia probabilmente si ripete. Ed è proprio questo che i magistrati di Sala Consilina intendono appurare, se cioè ci sia stato o meno il coinvolgimento volontario di persone ed enti, oppure se essi stessi possano essere stati vittime del raggiro. Certo, non sono in pochi quelli che pensano, oggi, che sarebbe bastato un semplice colpo di mouse per innescare una minima ricerca prima di sottoscrivere una convenzione con la Garda Segnale srl, ottenendo, in tempo praticamente reale mediante l'utilizzo di un qualsiasi motore di ricerca on line, informazioni che probabilmente potevano servire per avere maggiori elementi di chiarezza in merito. Quello che conta, però, allo stato, è che ben 81.555 automobilisti sono incappati nel controllo degli autovelox taroccati, con relative indebite richieste di sanzioni, ammontanti complessivamente ad oltre 11 milioni e trecentomila euro, interessando circa 80 comuni d'Italia, tutti convenzionati con la Garda Segnale srl, tra cui i comuni salernitani di Roccagloriosa, Serre, Sapri, Atena Lucana, Sant'Arsenio, San Rufo e San Pietro al Tanagro.
In tutto il Vallo di Diano risultano complessivamente 457 gli automobilisti multati dagli autovelox illegali.
Rocco Colombo
Tra gli indagati nell'operazione soprannominata "Devious", che ha portato alla scoperta, da parte della Guardia di Finanza di Sala Consilina, di un'associazione a delinquere capitanata dall'imprenditore bresciano Diego Barosi, figura anche il comandante dei Vigili Urbani di Sant'Arsenio.
«Sulla sua estraneità ai fatti sono pronto a mettere le mani sul fuoco - dice il sindaco di Sant'Arsenio, Arsenio Pecora - Il nostro comandante è una persona integerrima, addirittura pignola, che ha fatto della sua professione la ragione della sua vita. Ho avuto modo di vedere le carte e mi sono sembrate a posto e per questo sono sicuro che il nostro vigile non c'entri nulla e che possa dimostrare tutta la sua innocenza, perché sono al tempo stesso convinto che, come probabilmente altri coinvolti nella vicenda stessa, possa essere stato egli stesso vittima inconsapevole del raggiro».
Sull'innocenza del vigile di Sant'Arsenio si esprime anche il suo avvocato difensore Antonio Capozzolo. «Noi - dice ancora il sindaco di Sant'Arsenio - abbiamo definitivamente chiuso ogni tipo di rapporto con la Garda Segnale srl già da oltre un mese, non rinnovando più la convenzione con l'Unione dei comuni, composta, oltre che da Sant'Arsenio, anche da San Rufo e San Pietro al Tanagro».
Chi aveva subodorato qualcosa di losco immediatamente dopo la firma della convenzione, invece, è il sindaco di Atena Lucana, Sergio Annunziata. «Nonostante le minacce dei responsabili della Garda Segnale - ha detto il sindaco Annunziata - che mi intimavano stratosferici risarcimenti di danni, ho disdetto la convenzione dopo pochi mesi perché mi infastidivano molto gli atteggiamenti che poco o nulla avevano a che fare con l'azione educativa che avevo pensato di attivare nei confronti degli automobilisti indisciplinati. Addirittura le insistenze di attivare servizi di controllo con la presenza di autovelox erano diventate continue ed invadenti e questo atteggiamento mi ha fatto aprire gli occhi e mi ha consentito di assumermi tutte le responsabilità in merito alla disdetta del contratto di convenzione.
Ho avuto la percezione, insomma - continua il sindaco di Atena Lucana - di trovarmi di fronte ad una catena di montaggio, tutta tesa a sanzionare quanti più automobilisti fosse possibile, al solo scopo di incamerare dei soldi. Subito dopo ho provveduto a revocare le multe che erano state comminate agli automobilisti sorpresi lungo il tratto della Statale 19 che, attraversando il territorio di Atena Lucana, congiunge i comuni di Polla e di Sala Consilina, informando al tempo stesso quelli che la multa l'avevano già pagata di chiedere il rimborso.
Ero e sono convinto - conclude Sergio Annunziata - che un comune non possa introitare soldi attraverso questi stratagemmi. Per una attenta azione di educazione stradale, è molto meglio impiegare i vigili urbani nei punti cruciali delle strade cittadine, anziché accanto a delle macchinette con il solo scopo di incassare dei soldi. Questo non lo giudico moralmente corretto e per questo motivo ho deciso, in tempi non sospetti, di chiudere ogni rapporto con la "Garda Segnale srl" di proprietà del signor Barosi».
Nel comune di Atena Lucana sono state soltanto 43 le sanzioni registrate nel 2007 e nessuna nel 2008 in quanto, appunto, il sindaco Sergio Annunziata, fiutando l'inganno, decise di sospendere "in autotutela" la convenzione con la "Garda Segnale srl".
Rocco Colombo
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