Dopo la condanna di un funzionario corrotto dell'Universita Magna Graecia di Catanzaro, tale Francesco Marcello (segreteria Giurisprudenza) e dopo le lauree sequestrate in via cautelare dalla magistratura ad avvocati anche di Crotone, è l'ora dei provvedimenti di sospensione dalla professione forense. Dapprima s'è mosso per suo conto il Consiglio dell'Ordine distrettuale degli avvocati di Catanzaro, deliberando senz'altro la sospensione di quegli iscritti coinvolti a vario titolo nell'inchiesta penale (partita nel 2007) sulla falsificazione degli esami a Giurisprudenza.
Ora anche il Tribunale ha ordinato la misura cautelare interdittiva del divieto temporaneo di esercitare le attività delle professioni forensi. "Tutti gli indagati – si legge nell'ordinanza che dispone la misura – hanno conseguito, apparentemente, un titolo (la laurea in giurisprudenza) che li abilita alle professioni forensi, le quali comportano l'esecizio, talvolta, di poteri certificativi di valenza pubblica. La laurea falsamente conseguita, inoltre, attribuisce agli indagati l'apparenza di un titolo per partecipare a concorsi pubblici e, comunque, per interloquire, da laureati, con la pubblica amministrazione, con conseguente, inevitabile, induzione in errore di tutti i pubblici funzionari che diano per scontata l'esistenza e la genuinità del titolo medesimo". Sono ben trentanove i professionisti a cui è stata applicata l'ordinanza emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro.
"Nel corso delle indagini - continua l'ordinanza - dall'esame della documentazione acquisita o, comunque, consultata (tra cui, segnatamente, i registri contenenti i verbali delle sedute di laurea; i fascicoli personali degli studenti, contenenti, oltre che i moduli di iscrizione, le ricevute di pagamento delle tasse e la domanda di laurea, il libretto universitario con le annotazioni relative agli esami sostenuti e superati, le cosiddette schedine di colore giallo, in carta copiativa, corrispondenti agli originali dei verbali degli esami superati ed il certificato di laurea) emergevano – è sempre il provvedimento del GIP – una serie di anomalie e di incoerenze che inducevano gli inquirenti a degli approfondimenti che, in molti casi, evidenziavano vere e proprie falsità, volte a far risultare come superati alcuni esami, in realtà, mai sostenuti dagli studenti".
Il giudice infatti osserva che "in situazioni di normalità e di regolarità, vi è perfetta corrispondenza tra le annotazioni del libretto e le risultanze delle schedine gialle (in carta copiativa), riportanti il superamento dell'esame e la relativa votazione e custodite nel fascicolo personale dello studente, da un lato, e le risultanze degli originali dei verbali di esame, custoditi negli appositi registri, relativi alle materie di esame, dall'altro. La verifica documentale effettuata dalla polizia giudiziaria con riguardo a numerosi gli studenti, invece, evidenziava, come detto, palesi incongruenze. Sentiti i professori, titolari di cattedra o, comunque, gli esaminatori degli studenti in relazione allo svolgimento degli esami sospetti, in moltissimi casi, negavano la paternità delle firme di chiusura dei verbali che attestavano il superamento degli stessi". Tra i professionisti sospesi figura anche un 32enne originario di Polla.
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