Cinque persone tra funzionari e dirigenti della Regione Campania, tutte in servizio presso gli uffici dello S.T.AP.F (Settore Tecnico Amministrativo Provinciale Foreste) di Salerno e di Benevento, risultano indagate nell’inchiesta che ha portato al sequestro dell’azienda faunistica della Regione «Cerreta Cognole», ubicata tra i comuni di Montesano sulla Marcellana, Sanza e Buonabitacolo, in provincia di Salerno, all’interno del Parco Nazionale del Cilento.
L’azienda - è stato accertato - svolgeva attività di allevamento senza autorizzazioni e in violazione delle norme igienico-sanitarie. Il sequestro è avvenuto su disposizione del Tribunale del Riesame di Salerno. L’operazione, denominata «Obelix», è stata condotta dagli uomini del comando provinciale di Napoli del Corpo Forestale dello Stato che hanno eseguito il sequestro preventivo su una superfice di circa 8.200 metri quadri. All’azienda faunistica è stata contestata la mancanza dell’autorizzazione sanitaria per svolgere attività di allevamento, attività per la quale l’azienda Cerreta non aveva i titoli necessari anche se di fatto era un vero e proprio allevamento regionale in cui si acquistavano e somministravano foraggi e mangimi, così come si effettuava anche la vendita degli animali allevati (di tipo sia domestico che selvatico).
Al sequestro si è giunti al termine di un’operazione che ha preso il via nel 2007 nel comune di Marigliano, nel Napoletano, con una serie di controlli in ambito agroalimentare che portarono al sequestro di mufloni, cervi, daini, cinghiali, custoditi in un agriturismo in violazione di una serie di normative in materia igienico-sanitaria. Da ulteriori accertamenti risultò che gli animali provenivano dall’allevamento dell’Azienda regionale «Cerreta Cognole». Dalle indagini della Forestale è emerso inoltre che presso l’azienda era stata avviata un’ attività sperimentale di tipo allevatoriale e che la vendita degli animali veniva effettuata in mancanza di contrassegno identificativo per ogni esemplare, inadempienza che rende impraticabile le applicazioni in materia di polizia veterinaria. L’azienda faunistica «Cerreta Cognole» è stata affidata in custodia giudiziaria all’assessore regionale all’Agricoltura e alle Attività produttive, Gianfranco Nappi.
Sul sequestro dell’azienda faunistica della Regione Campania «Cerreta Cognole», 824 ettari nel parco nazionale del Cilento, la Lav chiede l’intervento della Corte dei Conti. Alle operazioni partecipa anche Ciro Troiano, responsabile nazionale delle Guardie Zoofile della Lav, che fin dall’inizio ha coadiuvato i forestali nelle indagini. «Finalmente - spiega Ciro Troiano, responsabile nazionale delle guardie zoofile della Lav - è venuto il momento di fare piena luce sulla gestione, quanto meno discutibile, dell’azienda, della fauna, dei connessi ripopolamenti faunistici e della vendita a privati di animali. Chiediamo che sia investita anche la Corte dei Conti per accertare eventuali danni cagionati allo Stato o alla Regione Campania».
«La Lav - si legge in una nota - plaude all’operato del corpo forestale e della Procura della Repubblica di Sala Consilina (Salerno) che hanno condotto scrupolose e attente indagini, rese ancora più delicate visto l’ambito in cui si sono svolte, ovvero la pubblica amministrazione, e il ruolo degli indagati, dirigenti e funzionari della Regione Campania. Ai cinque indagati, dirigenti regionali e direttori dei lavori, sono stati contestati complessivamente, a titolo diverso e secondo le diverse posizioni, 35 capi d’accusa per il reato di omissione in atti d’ufficio per non aver adempiuto agli obblighi previsti per legge, per ragioni di igiene e profilassi, imposti dalla normativa che vanno dal non aver sottoposto alla preventiva visita veterinaria i cinghiali inviati fuori Comune, al non aver conservato l’apposito registro di somministrazione di farmaci ormonali somministrati agli animali, dalla mancata annotazione sui registri del numero degli animali presenti nell’azienda, non rendendo così possibile l’esatto monitoraggio dello stato degli animali a fini sanitari, alla surrettizia cessione di suini, alla violazione degli obblighi votati alla sicurezza pubblica».
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