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SALA CONSILINA: PEDOFILIA, IL POLIZIOTTO ARRESTATO DAI COLLEGHI

Una brutta storia. La vicenda in cui è rimasto coinvolto l'agente della Polizia Stradale di Sala Consilina Pierino La Corte, di 43 anni, viene considerata da tutti, nel Vallo di Diano, una brutta storia.

I primi a considerarla tale sono i suoi colleghi. Gli stessi che lo hanno arrestato.

Nessuno, tra loro, intende affrontare questo argomento.

L'agente scelto La Corte è considerato da tutti un uomo degno di indossare la divisa del poliziotto. L'accusa di pedofilia, contestatagli dalla Procura della Repubblica di Sala Consilina, è stata per tutti gli agenti della Polizia Stradale del Vallo di Diano come un fulmine a ciel sereno. Accuse che lo inchioderebbero, ritenendolo responsabile di fatti gravissimi, per aver abusato di due sorelline, per lungo tempo, da quando avevano rispettivamente nove e dieci anni.

Le indagini condotte dagli investigatori, che hanno preso il via circa tre anni fa, sono state lunghe, difficilissime e laboriose ed hanno portato alla luce una vicenda dai contorni alquanto forti, basati su riscontri, testimonianze e prove provate.

Gli abusi, ripetuti e continuati, si sarebbero svolti all'interno dell'abitazione della madre delle due ragazzine, ubicata nella periferia estrema di Sala Consilina. Allo stato, infatti, le accuse riguarderebbero abusi sessuali perpetrati per alcuni anni nei confronti delle due sorelline.

L'uomo, che si era conquistato la fiducia della madre e delle sue presunte vittime con aiuti concreti di sostentamento economico, era diventato il punto di riferimento dell'intera famiglia, proponendosi anche come guida e supporto e sempre pronto ad intervenire in caso di bisogno. Accuse, ovviamente, tutte da dimostrare e per questo motivo la cautela è estremamente d'obbligo.



«Non esprimiamo nessuna valutazione sulla vicenda - si limitano a dire al comando centrale della Polizia Stradale di Sala Consilina - e lasciamo che la magistratura accerti serenamente eventuali responsabilità». Ad eseguire l'ordinanza di custodia cautelare sono stati proprio i colleghi di lavoro del poliziotto indagato per pedofilia i quali, dopo le formalità di rito, lo hanno condotto presso il carcere militare di Santa Maria Capua Vetere dove, attualmente, si trova a disposizione dell'Autorità giudiziaria.

Data la delicatezza della vicenda, si registra anche lo stretto riserbo da parte degli inquirenti, per i quali la cosa più importante, in questo momento, è quella di tutelare al massimo soprattutto le due presunte giovanissime vittime e porle al riparo da qualsiasi situazione che potrebbe contribuire a minare ulteriormente il loro processo di crescita. Bocche rigidamente cucite anche al terzo piano del Palazzo di Giustizia di via Tressanti a Sala Consilina che ospita gli uffici della Procura della Repubblica, da cui sono partite le indagini che avrebbero ipotizzato la violenza sessuale del poliziotto nei confronti delle due minorenni.

L'uomo, ovviamente, in via cautelativa, è stato sospeso dal servizio, in attesa che venga fatta piena luce e chiarezza sui fatti contestati La notizia, pubblicata ieri dal nostro giornale, ha destato profonda impressione in tutto il Vallo di Diano dove, fino a qualche tempo fa, si presupponeva e pensava che simili reati non potessero mai verificarsi.



Giudizi contrastanti, quelli espressi dai cittadini che, se da un lato registrano incredulità , dall'altro manifestano grande preoccupazione. Chi conosce l'agente La Corte è pronto a scommettere sulla sua estraneità ai fatti a lui contestati, anche e soprattutto perché non è facile accettare l'idea che persone appartenenti alle forze dell'ordine, che hanno il compito istituzionale di difendere soprattutto i più deboli, possano macchiarsi di reati così infamanti.

Note: Tratto da Il Mattino
News pubblicata il 16-05-2006, letta 1950 volte
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