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NASCE IL PARCO DELLA VAL D'AGRI E LAGRONEGRESE

La nascita del Parco della Val D'Agri e Lagronegrese, la 24/a area protetta nazionale istituita oggi dal Consiglio dei Ministri, apre una nuova fase per il sistema parchi.

Con la Val D'Agri parte infatti il primo eco-corridoio per la natura, come ha sottolineato anche dal ministro dell' Ambiente: ''Il Parco della Val d'Agri assume un grande rilievo perche' crea i presupposti per la realizzazione di una rete natura'', ha detto Alfonso Pecoraro Scanio annunciando la nascita del Parco.



Un'area che si trova anche a dover conciliare la vocazione della natura con quella delle estrazioni petrolifere che insistono nella zona. Ecco quindi la geografia, il territorio, gli obiettivi e la perimetrazione secondo il piano del ministero dell'Ambiente.



- INQUADRAMENTO GEOGRAFICO: comprende la direttrice appenninica con le emergenze di Monte Arioso, Monte Volturino Madonna di Viggiano in sinistra idrografica della Vai d'Agri e i Monti della Maddalena in destra; a sud del lago Pertusillo comprende i rilievi di Monte Raparo, Monte Armizzone e Monte Alpi, il massiccio del Monte Sirino, il Monte Spina e il gruppo del Monte Coccovello.

Sono interessati i bacini idrografici dell Agri, del Basento e dei Sinni.



- TERRITORIO: e' per la gran parte coperto da superfici boscate di querce caducifoglie con prevalenza di cerro nella zona nord (Alta Val d'Agri) e nel versante settentrionale della zona sud (Lagonegrese). Verso sud, nell'area del medio Val d'Agri, il clima piu' mediterraneo favorisce la presenza di roverella. A sud-ovest la presenza della catena montuosa costiera con rilievi alti oltre 1200/1500 mt, determina formazioni forestali miste con cospicua presenza di leccio.

I rilievi montuosi piu' alti quali il Sirino, il Raparo e il Monte Alpi presentano un tipico paesaggio di alta montagna senza vegetazione arborea o arbustiva, ad alta valenza naturalistica con presenza di molteplici falchiformi.



- OBIETTIVO FINALE: contribuire alla creazione di un sistema regionale di aree protette, verificandone la possibilita' di continuita' territoriale, e alla realizzazione di un modello di sviluppo sostenibile che coniughi la conservazione dell'ambiente e lo sviluppo sociale ed economico.

Su tali basi sono quindi da ricercare:



1) la continuita' territoriale dell'istituendo Parco con quelli nazionali del Cilento Vallo di Diano e del Pollino e quello regionale di Gallipoli Cognato, attraverso l'Abetina di Laurenzana, quale perno di un sistema regionale e connessione tra l'Appennino campano e quello calabrese, nell ottica delle previsioni del progetto APE;

2) la composizione dell'antitesi tra risorsa naturale e risorsa energetica creatasi con l' attivita' di estrazione petrolifera;

3) la condivisione delle scelte da parte della popolazione locale e quindi dell' affermazione dello stesso anche come modello di crescita socio-economica. - PERIMETRAZIONE: l'area del parco dovra' comprendere sostanzialmente due zone del territorio regionale: la prima che interessa i monti di Arioso-Volturino, di Sasso di Castalda e Marsico Nuovo, e i versanti boscati di Abriola e Calvello; la seconda, piu' meridionale, che include il complesso montuoso del Sirino e del Raparo, e comprende numerosi comuni, da Lagonegro, Moliterno e Grumento Nova fino a Castelsaraceno e S. Chirico Raparo.



- PARCO E PETROLIO: La parte centrale della valle presenta un elevato livello di antropizzazione e infrastrutturazione, dovuta in particolare all'intensa attivita' di estrazione petrolifera: l' assenza di valori naturalistici ed ambientali fa considerare l' opportunita' di escludere tale area.

Il collegamento tra le due zone potrebbe garantirsi mediante un corridoio ecologico ad ovest, nei territori di Paterno e Tramutola, al confine con la Campania, con l'inclusione dell'area S.I.C ''Monti della Maddalena''.

Non appare percorribile, scrive nel documento il Ministero dell'Ambiente, la proposta regionale dell'aprile 1998 che individuava un corridoio a est, nei territori comunali di Viggiano e Montemurro, in seguito alla previsione in quelle aree di numerosi pozzi petroliferi.



- ZONIZZAZIONE: dovrebbe prevedere un elevato grado di protezione nelle aree sensibili gia' individuate (SIC, ZPS, aree integrali dei Piani Paesistici), una protezione graduata ed orientata per le superfici boscate, i tratti di connessione e le aree a naturalita' diffusa; il rimando alla normativa urbanistica ordinaria per le parti di territorio gia' antropizzate (centri urbani, nuclei abitati ed aree produttive). (ANSA).
News pubblicata il 12-06-2006, letta 1497 volte
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