Articolo tratto da: "Il Mattino"
L?uomo con la valigia ? indagato. Fortemente sospettato dagli investigatori di essere un corriere dell?usura ora ? sotto inchiesta. Si chiama Franco Russo, ha poco pi? di sessant?anni, ? originario di
Padula e vive da qualche decennio in Umbria dove gestisce anche un albergo.
Insieme a lui sono indagati lo zio prete dal quale prese, in suo onore, lo stesso nome: don Franco Russo, settant?anni, per decenni a servizio della Chiesa locale negli uffici della curia diocesana ed ora in pensione. E poi un autotrasportatore di
Padula, Giovanni Petrizzo, finito nell?inchiesta avviata dalla denuncia firmata proprio da un suo parente.
?Io, vittima, ho deciso di parlare. Sono stanco di essere inseguito...? ha detto ai carabinieri l?uomo della denuncia. I tre sono iscritti nel registro degli indagati della procura di Sala, destinatari di un avviso di garanzia e decreti di perquisizione presso studi e abitazioni. La denuncia che incastra l?imprenditore ? netta e precisa. avrebbe riferito particolari inquietanti evitando quelli che avrebbero potuto compromettergli la vita.
? scattato il blitz e gli investigatori hanno sequestrato la valigia di Franco Russo: dentro decine di cartelle con i pizzini di conti e conticini, assegni e cambiali, tutto rigorosamente ordinato per cliente. La valigia ? nelle mani degli investigatori, i pizzini nelle mani dei consulenti chiamati a decifrare cifre che ammontano a centinaia e centinaia di migliaia di euro.
Ma quei pizzini non sono illegibili, incomprensibili, con linguaggi cifrati come usano i mafiosi in Sicilia. Sono pizzini che fanno esplodere il vallo di Diano, nomi e cognomi di industriali, commercianti, semplici cittadini finiti nel giro vorticoso di interessi a tre cifre. Nella valigia gli investigatori hanno trovato le cartelle dei clienti del Vallo, tutte certosinamente catalogati dall?industriale pendolare con l?Umbria che un tempo operava a
Padula ed ora gestisce un albergo a Bastia Umbra.
?Ma ? nato qui, aveva una piccola fabbrica di scarpe fino a qualche decennio fa? raccontano al bar di fronte alla Certosa, la cartolina del Vallo patrimonio dell?umanit? ora sfregiato da una criminalit? anomala e non per questo meno inquietante. Perch? fondata su familismi sociali omertosi, paure e connivenze, invocazioni di ?tranquillit?? ora coperte dalle esplosioni delle inchieste a raffica. E che finora non hanno mai fatto registrare sequestro di beni, quelli accumulati dagli strozzini in decenni di attivit?: fondi patrimoniali, bond, immobili, piccole aziende.
La fanno sempre franca gli usurai, per loro una condanna ? nelle previsioni. Nel Vallo non c?? stato mai un sequestro di beni, quelli conquistati con l?usura. L?ultima, inquietante inchiesta ? su un doppio fronte: il primo, guardare nell?intreccio di assegni sequestrati e i prestiti tutti registrati nelle cartelle contenute nella valigia dell?imprenditore-viaggiatore; il secondo, verificare se nei conti correnti bancari del sacerdote di
Padula ci sono tracce degli affari del nipote.
L?abitazione del sacerdote ? stata perquisita e, soprattutto, sono stati esplorati i conti bancari intestati allo stesso prete finito nel registro degli indagati. I conti bancari del prete sono di rilevante entit?, sfiorerebbero il milione di euro. Gli investigatori non dubitano sul fatto che possa trattarsi di risparmi di una vita vissuta con molta parsimonia e estrema oculatezza. Ma vogliono capire se vi sono tracce degli affari del nipote, industriale viaggiatore dall?Umbria al
Vallo di Diano, ogni quindici giorni. Per questo motivo ? stato indagato il sacerdote: sui suoi conti conti correnti sarebbe stato impossibile guardare e microfilmare i passaggi di danaro senza avvertirlo dell?avvio di una indagine che rischia di esplodere nei prossimi giorni. E colpire, con schegge mirate, gli affari di una banca nera del vallo di Diano.
Antonio Manzo